Tears under Mistletoe [C.U.M II] Ryan ross/ Tomo Milicevic

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-Ermetica-
view post Posted on 8/1/2011, 17:26




Lista 1: 1) Ryan Ross/ 20) Tomo Milicevic
Titolo:Tears under Mistletoe
Autore: il mio cervello
Personaggi: Ryan Ross (1)Tomo Milicevic (20) (lista 1)
Rating: G
Conteggio Parole: 561
Disclaimer: MAI accaduto se non nella mia testolina =P
Riassunto: “STRONZO STA’ ZITTO!!” urlò mettendosi le mani in testa e cadendo in ginocchio sul pavimento freddo

Per ora qui ma presto( si credeteci) sul profilo di EFP.

“E così mi stai lasciando”
“Sapevamo che sarebbe successo prima o poi. Non potevamo ignorare questo fattore per sempre”
“Ma io non mi sento oppresso da te-“
“Ma io sì!” sbottò frustrato Tomo. Ryan si ammutolì irrigidendosi.
“Non è colpa tua. Sono io che mi sento stanco, annoiato. Non so cosa cerco e non voglio che questo mio comportamento ricada su di te”. Abbassò lo sguardo e continuò “Ti ricorderesti di questa relazione come qualcosa di pesante e negativo…e finiresti per odiarmi”.
“E credi che spezzandomi il cuore, con il passare del tempo, io non ti odierò??” domandò innervosito, con le lacrime agli occhi ,il più piccolo.
Tomo scosse la testa incapace di guardarlo. Sapeva di stargli facendo del male e si sarebbe preso a pugni da solo per questo ma, non c’erano altre soluzioni.
“Sarà un odio che ti riporterà al dolore…e quindi ai bei momenti che abbiamo vissuto insieme”
“STRONZO STA’ ZITTO!!” urlò mettendosi le mani in testa e cadendo in ginocchio sul pavimento freddo “ stai zitto, stai zitto, stai zitto” continuava a ripetere piangendo con gli occhi chiusi, come a voler credere che fosse tutto un incubo.
Sentire la sua voce scossa dai singhiozzi fece mancare il respiro a Tomo e quando poi alzò lentamente lo sguardo su di lui, tutta la stanza cominciò a girare. Doveva uscire, prendere aria, così scappò da quella casa, da lui e da tutti i ricordi che lo facevano sentire prigioniero.
Il povero Ryan rimase a piangere e a sfogarsi sul pavimento freddo per quasi tutto il pomeriggio finché la sua gola secca lo costrinse ad alzarsi. Peccato che le sue gambe non erano dello stesso avviso. Cercò allora di aiutarsi con una mensola lì vicino; proprio quella dove c’erano le loro foto. Ryan si immobilizzò a guardarle una alla volta. Riguardava i loro volti vicini, i loro sorrisi i loro sguardi pieni di gioia. Gioia che era stata strappata a Ryan senza nemmeno il suo permesso.

Ma come aveva potuto??

Prese tutte le foto che c’erano e in un colpo solo le scaraventò a terra provocando un fastidioso rumore di vetri rotti che Ryan, invece, trovò stranamente soave e appagante. La stessa fine fecero le foto appese ai muri, i cassetti dell’armadio, i comodini e tutte le decorazioni natalizie. Tutto quanto rivoltato e strappato. Il chitarrista era fermo in mezzo al salotto con le guance tutte rosse mentre respirava a fatica dopo la furia distruttiva che l’aveva assalito prima.
Voleva bere, devastarsi e continuare a distruggere qualsiasi cosa gli capitasse. Così alzò le mani e notò di avere un rametto di vischio in quella destra. Aveva voglia di schiacciare quelle bacche rose fino a spolparle così come era stato fatto con il suo cuore. Era lì, le sue mani tremavano dal desiderio ma non ci riuscì. Il vischio era stato protagonista, oltre che origine del loro primo bacio. Quella pianta aveva assistito al loro amore, a quei baci che si scambiavano incontrandosi “casualmente” alle feste di Pete, Jared o qualcun altro. Baci all’inizio scherzosi, quasi da “ehi, di nuovo noi sotto il vischio”, poi più seri, fino a diventare indispensabili; così come il proprio corpo, la propria persona per l’altro. Ma ora era tutto sparito, due anni colmi di emozioni spazzati via dal vento come la fiamma di una candelina.
E Ryan ormai, non poteva farci più niente.

The end.
 
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